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Perché chiamare in altro modo il disability manager?

«Concordiamo – scrivono dalla S.I.Di.Ma (Società Italiana Disability Manager) – con quanti sostengono la necessità che il collocamento delle persone con disabilità abbia bisogno di una figura professionale che conosca le difficoltà della loro reale inclusione lavorativa e che sappia muoversi nell’attuale complesso mercato del lavoro. E tuttavia, è difficile comprendere come chiamare il disability manager con altri nomi possa giovare all’integrazione lavorativa delle persone con disabilità»

Il disability manager ha innanzitutto il compito di vigilare affinché le attività dell’ente presso cui agisce rispettino la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Si tratta di un professionista remunerato, che deve agire da facilitatore del processo di integrazione socio-lavorativa delle persone con disabilità

Un tema a nostro parere degno di attenzione è quello che riguarda il proliferare di figure professionali che ruotano intorno all’integrazione socio lavorativa delle persone con disabilità. Infatti, dopo il “navigator” e il “promotore 68”, arriva ora il “disability job supporter”, con annesso percorso formativo dedicato.
Concordiamo con quanti sostengono la necessità che il collocamento delle persone con disabilità abbia bisogno di una figura professionale che conosca le difficoltà della loro reale inclusione lavorativa e che sappia muoversi nell’attuale complesso mercato del lavoro. Infatti, nel nostro Manifesto del Disability Manager è stato sottolineato come questa figura – il disability manager, appunto – possegga il background necessario per diventare il punto di riferimento delle figure dedicate all’accompagnamento al lavoro e della rete dei servizi che collaborano con il collocamento mirato, rappresentando al contempo l’interlocutore privilegiato  delle aziende (o meglio del disability manager stesso, se previsto), della Scuola o dell’Università (o meglio, del disability manager stesso, se previsto), presenti nel territorio, al fine di garantire una reale inclusione lavorativa delle persone con disabilità. Pertanto, è difficile comprendere come chiamare il disability manager con un altro nome, quale ad esempio “disability job supporter”, molto più limitante, possa giovare all’integrazione lavorativa delle persone con disabilità.

Riteniamo inoltre infondate le affermazioni di chi definisce la formazione del disabilty manager, come è stato scritto, «fatta da vecchi maestri, docenti inesperti», «frutto di programmi formativi obsoleti» e certificata da attestati professionali inutili. Come S.I.Di.Ma [Società Italiana Disability Manager, N.d.R.], collaboriamo da anni con diverse Università per erogare percorsi formativi (Master di Primo e Secondo Livello), finalizzati al riconoscimento della figura del disability manager e ci adoperiamo per la diffusione della cultura del Disability Management in numerosi contesti aziendali e istituzionali.
nostri docenti sono disability manager con esperienza pluriennale nell’elaborazione di  bilanci di competenze e di valutazione del potenziale delle persone con disabilità, oltreché nell’implementazione di progetti personalizzati per le aziende che devono ottemperare alle norme sul collocamento obbligatorio o che decidano di intraprendere un percorso di Disability Management, avendo quindi la necessità di definire gli “accomodamenti ragionevoli” e di adottare politiche finalizzate a garantire l’autonomia e l’inclusione delle persone con disabilità. Uno dei punti di forza del disability manager e della nostra organizzazione, infatti, è quello di fare rete con i diversi attori che operano nel campo della disabilità. Pertanto, riteniamo che non giovi a nessuno creare divisioni che vanno a discapito di chi si dovrebbe tutelare.

La S.I.Di.Ma. è la Società Italiana Disability Manager.

Disability manager
Tale figura si può definire come un professionista adeguatamente remunerato, con un ruolo di supervisione in ogni àmbito (accessibilità, mobilità, politiche sociali, scuola, lavoro ecc.), che vigili sul rispetto della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e faccia sì che tutti gli attori istituzionali, quando pianificano, si chiedano: «Questa decisione che effetto avrà sulle persone con disabilità?».
Disability Management
In àmbito lavorativo rappresenta una strategia d’impresa utile a coniugare, in modo soddisfacente, le esigenze delle persone con disabilità da inserire – o già inserite – con le necessità delle aziende.
LaS.I.Di.Ma
La Società Italiana Disability Manager è un’Associazione costituitasi nell’aprile 2011 grazie alla volontà dei primi disability manager italiani, che ottennero tale titolo frequentando il primo Corso di Perfezionamento post-laurea in Disability Manager organizzato dal Centro di Ateneo di Bioetica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. L’obiettivo principale della S.I.Di.Ma è la ricerca e la promozione della cultura del Disability Management, nei vari contesti di riferimento, quali le Istituzioni, la Sanità e le Aziende, al fine di sensibilizzare e tutelare i diritti delle persone con disabilità e il rispetto della persona in ogni suo aspetto, dimensione e momento della vita, in ottemperanza anche alla ratifica da parte dell’Italia della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, incidendo con forza nell’elaborazione delle politiche a livello nazionale e locale e lavorando per renderle più efficaci.
Lo scorso anno la S.I.Di.Ma ha pubblicato il Manifesto del Disability Manager, documento in progress, tuttora aperto a nuove adesioni, disponibile gratuitamente a questo link.

Fonte: Superando.it

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