In una struttura veneta l'esordio di una nuova professione. Agevola l'autonomia dei malati in corsia e a casa
MOTTA DI LIVENZA (TV). Il primo disability manager in un ospedale italiano è all'opera presso una struttura sanitaria in provincia di Treviso, l'Ospedale Riabilitativo di Alta Specializzazione di Motta di Livenza. È Rodolfo Dalla Mora, architetto, esperto di progettazione accessibile. Il suo compito: seguire i disabili aiutandoli a integrarsi non solo nell'ambiente ospedaliero, ma anche dopo il ricovero.
«Anche la vita di una persona che ha avuto un ictus o un infarto può cambiare completamente dice Alberto Prandin, direttore generale dell'Ospedale riabilitativo . È fondamentale per il paziente la riabilitazione super specializzata che riceve in ospedale ma, dopo le dimissioni, è necessario ottimizzare, coordinandole, le attività dei servizi sanitari territoriali, del Comune e degli altri enti coinvolti. Per questo, 5 anni fa abbiamo aperto lo "Sportello senza barriere", grazie alla consulenza gratuita di un architetto esperto in progettazione accessibile, Dalla Mora, appunto, che era ricoverato nella nostra struttura».
In meno di 6 mesi lo sportello ha svolto 150 consulenze e col passare del tempo il servizio, oltre che ai ricoverati, è stato offerto su tutto il territorio. Poi, visto il successo dell'iniziativa, l'ospedale ha deciso di assumere Dalla Mora come disability manager.
«Anch'io mi muovo su carrozzina, dice Dalla Mora ma non siamo tutti uguali: ciascun disabile ha bisogno di soluzioni personalizzate, qualcuno di rendere accessibile la casa, chi di adeguare l'auto, chi di sapere come ottenere i contributi per abbattere le barriere architettoniche o per l'acquisto di ausili. Per esempio, se bisogna fare dei lavori all'interno dell'abitazione, il paziente o un suo familiare mi porta la planimetria e io cerco di trovare una soluzione progettuale personalizzata. Quando è necessario faccio un sopralluogo. E se la persona disabile abita in un edificio di proprietà del Comune mi rivolgo direttamente all'ente per cercare la soluzione più idonea, magari una casa a piano terra».
Insomma, non si tratta solo di mettere i maniglioni o lo scivolo per superare i gradini. «Il disability manager si mobilita per mettere in rete i servizi sul territorio e cerca di coordinarli sottolinea l'architetto . L'obiettivo? Cercare di ottenere le migliori soluzioni al problema di chi ha una disabilità. Lo stesso avviene in ospedale: mi confronto costantemente coi medici che hanno in cura il paziente, col fisioterapista che lo segue nel percorso di riabilitazione, ma anche con lo psicologo che m'informa sul suo livello di accettazione della disabilità».
Per ora la decisione di assumere un disability manager è discrezionale: il Libro bianco su "Accessibilità e mobilità urbana", curato dal tavolo tecnico istituito tra Comune di Parma e Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, suggerisce questa figura anche ai Comuni che superano i 50 mila abitanti. I primi trenta disability manager hanno affinato le loro conoscenze e competenze seguendo per circa un anno un corso di perfezionamento, che si è concluso nel maggio scorso, all'Università Cattolica di Milano. «Il corso mi è servito soprattutto a capire come organizzare meglio la rete di servizi e contatti: l'approccio professionale è importante, anche in questo campo» conclude Dalla Mora.
Maria Giovanna Faiella
Il Corriere della Sera del 24-10-2010