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Disability manager: un facilitatore, ma anche un creativo

Così viene definita questa nuova figura – già presente in vari Paesi d'Europa, ma in rapida diffusione anche in Italia – da Rodolfo Dalla Mora, primo presidente della SIDiMa, la Società Italiana dei Disability Manager, nata durante il recente convegno nazionale di Gorgo al Monticano (Treviso).

 

«Una figura – aggiunge Dalla Mora – che ha il compito di costruire reti, servizi e soluzioni, per sostenere nella vita di ogni giorno chi ha perso la propria autonomia e i suoi familiari, spesso disarmati di fronte a una condizione improvvisa che richiede adempimenti burocratici, conoscenze e competenze specifiche»

«Già presente in vari paesi d'Europa, ora ildisability manager sta rapidamente diffondendosi anche in Italia». Lo avevamo scritto qualche giorno fa, presentando il 1° Convegno Nazionale di Gorgo al Monticano (Treviso), intitolato Creare delle reti per liberare delle possibilità e interamente dedicato, il 20 aprile scorso, a questa nuova figura professionale.
Ebbene, in tale occasione è nata anche la SIDiMa (Società Italiana dei Disability Manager), il cui primo presidente è proprio quello stesso architetto Rodolfo Dalla Mora che avevamo salutato, qualche tempo fa, come il primo disability manager introdotto in Italia da una struttura sanitaria, vale a dire l'Ospedale Riabilitativo di Alta Specializzazione (ORAS) di Motta di Livenza (Treviso),che ha promosso l'evento di Gorgo al Monticano.
A comporre il Consiglio Direttivo della nuova Società vi sono poi Consuelo Battistelli (vicepresidente), Roberta Tiozzo, Paola Pascoli, Michele Franz, Nicola Marzano, Benedetta Squarcia, Laura Cunico e Camillo Gelsumini (consiglieri). 

Il lavoro del disability manager si fonda sostanzialmente sulla Classificazione ICF (l'International Classification of Functioning, Disability and Health, definita nel 2001 dall'Organizzazione Mondiale della Sanità) e sul modello bio-psico-sociale centrato sulla persona. Egli rappresenta una figura strategica per uniformare le politiche di abbattimento di tutte le barriere che escludono o discriminano le persone con disabilità. I Cittadini con disabilità, infatti, devono poter fruire dei vari servizi e delle strutture, e sono portatori di diritti che vanno tutelati. Spesso, però, le politiche non considerano tutto ciò in maniera globale e attuano interventi in modo frammentario, senza un piano integrato. Questa nuova figura di manager, pertanto, partendo dalle offerte disponibili sul territorio, si propone di superare i confini tra i servizi, di valorizzare le singole professionalità che già operano nelle realtà comunali, per favorire l'accessibilità (urbanistica e non solo), il coordinamento socio-sanitario, l'assistenza alla famiglia, l'integrazione scolastica, l'inclusione lavorativa, il turismo e così via.
In altre parole, una nuova figura professionale – definita anche nel Libro Bianco su Accessibilità e Mobilità Urbana. Linee Guida per gli Enti Locali, risultato di un Tavolo di Lavoro istituito nel 2008 tra il Comune di Parma e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali –  che può mettere a disposizione le proprie competenze nell'ambito dei servizi che la comunità offre alle persone con disabilità e alle loro famiglie.

«Un facilitatore, ma anche un creativo – lo definisce Rodolfo Dalla Mora – con il compito di costruire reti, servizi e soluzioni, per sostenere nella vita di ogni giorno chi ha perso la propria autonomia e i suoi familiari, spesso disarmati di fronte a una condizione improvvisa che richiede adempimenti burocratici, conoscenze e competenze specifiche». «Si tratta certamente – conclude il neopresidente della SIDiMa –  di una professionalità sempre più indispensabile,a fronte di un futuro caratterizzato dal progressivo aumento della vita media e dalla maggiore sopravvivenza a molte patologie e a grandi traumi sino a poco tempo fa letali».
«Più che parlare di una nuova professione – ha dichiarato dal canto suo uno dei più apprezzati relatori del Convegno di Gorgo al Monticano, Adriano Pessina,direttore del Centro di Ateneo di Bioetica e ordinario di Filosofia Morale presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano – identificherei il ruolo del disability manager come quello di una nuova competenza che si inserisce in altre professioni».

Stefano Borgato
Fonte: www.superando.it del 29.04.2011 

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