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Bagno inaccessibile, risarcita persona con disabilità

I servizi dell’Autogrill erano chiusi e le chiavi erano state affidate agli operatori delle pulizie che si recano sul posto solo in determinate fasce orarie. La vittima si è rivolta al servizio legale di Sidima, la Società italiana disability manager, ed è stata risarcita

TREVISO – “Chi subisce una discriminazione deve denunciare: solo così potremo lavorare affinché non si registrino più casi come questo”. A parlare è Rodolfo Dalla Mora, presidente di Sidima, la Società italiana disability manager. Il caso è quello che ha riguardato una persona con disabilità che, di fronte a un disservizio, ha deciso di rivolgersi al servizio legale gratuito dell’associazione. Tutto è cominciato quando una persona in sedia a ruote, in viaggio su un’autostrada del Nord Italia, ha scelto di fermarsi in Autogrill per una sosta, un Autogrill contrassegnato con il simbolo dell’accessibilità. “Il locale effettivamente non aveva barriere architettoniche – spiega Dalla Mora –, il bagno nemmeno. Peccato che non fosse possibile entrarci perché mancavano le chiavi”. Le chiavi del bagno per persone con disabilità erano state affidate agli operatori delle pulizie che, però, si recano in Autogrill solo in determinate fasce orarie: quando loro non ci sono, in quel bagno non si va.

“Un fatto di ordinaria discriminazione – ammette Dalla Mora –. Quante storie simili potremmo raccontare? Quante volte succede di non trovare bagni accessibili o di trovarli chiusi per colpa di una cattiva organizzazione? Per questo abbiamo scelto di creare un servizio legale ad hoc: perché si può avere giustizia, risolvere il problema e ottenere anche un risarcimento”. La persona coinvolta ha chiesto aiuto allo sportello antidiscriminazione di Sidima, che ha preso in carico la situazione tramite un avvocato che ha prima inviato alcune raccomandate ad Autogrill e poi, non ricevendo risposta, ha depositato un ricorso per discriminazione: “Autogrill a quel punto ha risposto e abbiamo trovato un accordo”: oltre a garantire la consegna delle chiavi del bagno al personale del bar, la transazione accordava al ricorrente 600 euro di risarcimento, comprensivo delle spese legali.

“Transazioni del genere avvengono di frequente – continua –. Purtroppo poche persone lo sanno: siamo così abituati a subire disservizi di ogni genere che li riteniamo ‘normali’ e irrisolvibili, e ci rassegniamo a sopportarli. Invece anche questi disservizi sono discriminazioni, vietate dalla legge, per le quali possiamo ottenere giustizia”. Molte persone preferiscono sorvolare su episodi di questo genere perché spaventati dalle tempistiche e dai costi delle azioni legali: “Sfatiamo questo mito: spesso i risarcimenti includono le spese legali, per cui la vittima spesso non spende nulla”. Come detto, il servizio offerto da Sidima è gratuito: “Istituendo il servizio legale abbiamo voluto dare un’opportunità ai cittadini con disabilità per dare effettiva attuazione ai loro diritti, che troppo spesso rimangono solo sulla carta”.
di Ambra Notari

Fonte: https://www.superabile.it/cs/superabile/accessibilita/20180626-bagno-inaccessibile-risarcita-persona-con-disabilita.html

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